
Anda ya es una expresión muy española y se usa cuando alguien te fastidia, te cuenta una trola ó te soprende. Anda, es también el empezar de la palabra Andalucía, la comunidad autónoma donde vivo desde hace tres añitos e Italia es mi procedencia. Sumando las dos palabras, se puede intuir mucho de este blog.
domingo, 11 de octubre de 2015
Sally [ITA]
Fino a quando non conobbi Sally, non mi sono mai sentito davvero felice, mi mancava qualcosa. Mi sentivo incompleto, sentivo di non aver vissuto appieno, ero in cerca di una realizzazione. Non so perché la incontrai, l’unica cosa che penso, che sia stata mandata a me dal paradiso.
L’assenza di lavoro, mi spinse a lasciare il mio Paese in cerca di fortuna; Così un po’ all’avventura mi imbarcai sul primo volo per Londra, alla ricerca di un qualcosa che ancora non era chiaro nella mia testa. In breve tempo trovai lavoro come pizzaiolo. Avevo studiato, avevo anche una laurea, ma accettai subito, anche perché mia nonna, sin da quando ero bambino mi insegnò a preparare la pizza. Questa possibilità la vedevo un po’ come un suo segno dal cielo, che non potevo rifiutare. Lavoravo molto, e avevo poco tempo per uscire, i miei unici amici, erano i colleghi di lavoro, due giovani italiani, forse più folli di me.
Come pizzaiolo avevo molti fans, specialmente i bambini che mi osservavano mentre preparavano le pizze, parcheggiati dai genitori davanti al bancone. Mi furono presentati i clienti abituali, e qualche volta i ragazzi mi invitavano ad uscire con loro. Il lunedì sera, giorno di chiusura della pizzeria, ci si riuniva in casa di qualcuno per vedere un film, bere qualche birra e rilassarsi un po’.
Proprio ad una di queste feste conobbi Sally. Accompagnava una sua amica, cui Mario, il vero proprietario della pizzeria andava dietro da molto tempo, ma senza troppo successo.
Quando vidi questa ragazza bionda, con degli occhi azzurri rimasi impietrito. All’esterno cercavo di non farlo notare, ma passai tutta la notte ad osservarla, fissarla, attento che nessuno se ne desse conto. Ricordo ancora che indossava un paio di jeans chiaro, una camicia lilla, leggermente sbottonata da dove si intravedeva una prorompete scollatura. Oddio, come mi sono perso in quella scollatura, ero come un esploratore sbarcato in un isola deserta, desideroso e timoroso di conoscere il nuovo territorio. Poi i suoi occhi, limpidi e freddi come il mare d’inverno, erano una porta chiusa verso un interno misterioso. Le sue labbra rosse come ciliegie, e una voce leggera come musica di pianoforte, mi lasciava spaesato, quasi stordito.
Dopo quella sera la rividi altre volte cercai di avvicinarmi, ma lei sembrava distante, e troppo riservata. Mi dissero che lavorava in un negozio poco distante dalla pizzeria, così da quel giorno modificai la mia strada verso il lavoro, con la speranza di poterla incontrare. Mi sentivo infantile, bambino, e forse un po’ maniaco, ma volevo rivederla, anche per un secondo, anche da lontano, anche se probabilmente non ci avrei mai potuto parlare. Tutte le canzoni che ascoltavo mentre camminavo, mi parlavano di lei. Me la descrivevano e raccontavano, in una maniera così meraviglio e perfetta da essere irreale. Qualche volta la incrocia per strada, e mi lasciò solo un rapido e fugace saluto, un giorno invece no. Quel giorno fu diverso dagli altri. Si fermò a parlarmi, grazie ad una sigaretta che fumammo assieme, e poi c’è chi sostiene che il fumo faccia male. Fu la prima volta che ebbi modo di cominciare a conoscerla. Mi parlava in modo rapido, incalzante. Sembrava volesse raccontarmi tutto il suo modo, rendermi partecipe della sua vita. Furono minuti lunghissimi e allo stesso tempo cortissimi. Quando la salutai andai al lavoro felice, come un bambino la notte di Natale.
Da quel giorno la vidi spesso, si era creata una confidenza fra noi. Mentre mi parlava io fissavo le sue labbra, come in un film muto le vedevo muoversi, senza quasi rendermi conto di cosa stesse dicendo. Ero come sotto effetto di una droga quando ero con lei. Tutto si fermava, non esisteva null’altro che Sally.
Un lunedì sera abbandonai i miei amici, per uscire solo con lei. Ero eccitato, stupefatto alla sola idea. Andammo a cena in un ristorante etnico, e li mentre mangiavamo parlammo molto. Cercai di entrare in quei suoi occhi blu, alla ricerca di questi misteri che volevano celare. Li mi accorsi, di quanto fossero vulnerabili, profondi, e meravigliosi. Andammo a casa sua, e mentre lei era in cucina, per prendere qualcosa da bere, vidi un quaderno dove aveva scritto delle poesie. Volevo leggerle, volevo scoprire qualcosa di lei, volevo veder nuda la sua anima.
La radio intanto suonava I don’t know why di Norah Jones, e quando la vidi avvicinarsi a me, con due bicchieri di vino bianco, pensai la stessa cosa.
I suoi baci erano caldi, dolci e intensi. Fra le mie mani stringevo i suoi capelli biondi come il sole. Sentivo il suo profumo che inebriava ogni cosa. Le mie mani erano alla scoperta del suo corpo morbido e bianco come la neve. Credovo di sognare, pensavo che da un momento all’altro mi sarei svegliato, invece no, era tutto vero. Eravamo solo noi due, l’uno davanti l’altra in una stanza, che sembrava tutto il mondo, e come Gino Paoli sentivo il cielo in una stanza.
Le sue labbra mi davano i brividi, e delle sensazioni difficili da descrivere. Le sue mani invece erano infuocate di passione.
Quella notte, mi resi conto di cosa vuol dire quando due anime, e due corpi di fondono. Eravamo come nuvole che si incontrano provocando un temporale, correnti calde e fredde, che provocano un tornado. Elementi della natura, uguali e diversi che producono un qualcosa di più potente, di più alto.
Da quella notte, Sally fu tutto il mio mondo. Il mio desiderio esaudito, un tatuaggio nella mia anima e nel mio cuore. Un insieme di amore e passione, travolgente e sconvolgente. Il completa mento della mia vita. Ciò che bisogna vivere per rendersene conto. Le nostre anime si sposarono in un legame indissolubile e perpetuo.
Then I put the letter back in, the place where it was foundin
in the pocket of a jacket, on a train in town
Sent to her from heaven
Sally Cinnamon, Your his world
Così misi a posto la lettera, dove la trovai,
in una tasca di una giacca, in un treno in città.
Mandala a lei, che viene dal paradiso
Sally Cinnemon, sei il suo mondo.
(Sally Cinnamon - The Stone Roses) ”
Vittorio Galati. “Leggende Metropolitane”.
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